sabato 24 novembre 2012

Relazione di Giuliana Petrini, presidente dell'Associazione CBI


Relazione di Giuliana Petrini, presidente dell'Associazione CBI
Informo tutti i soci e tutte le persone che conoscono l'Associazione Community Building  che il 17 novembre 2012 il Consiglio ha deciso di sciogliere l'associazione. 
Constatati i forti disagi  manifestati all'interno del gruppo soprattutto dai soci più anziani e riconoscendo un processo bloccato da troppo tempo nella fase del caos, abbiamo cercato,  attraverso la pratica del cb e l'uso del consenso, la migliore soluzione al problema.


Prendendo atto che questa organizzazione è impedita nel proseguire gli scopi e i valori del community building previsti nello statuto
praticare e divulgare quei principi secondo cui un gruppo di due o più persone impara a trascendere le differenze individuali sviluppando una comunicazione autentica tale da agevolare il compito di affrontare insieme un comune obiettivo

 e  considerando che non è attualmente vissuta da tutti come luogo sicuro, ci siamo trovati difronte  al compito doloroso ma indispensabile di deciderne lo scioglimento. Come sostiene Peck spesso un gruppo fa di tutto per evitare il compito, ma è anche importante sapersi arrendere.
Mi preme sottolineare che lo scioglimento dell'associazione non ha niente a che vedere con la fine del community building ma semplicemente restituisce ai suoi membri la libertà di scegliere in piena autonomia cosa, come e con chi eventualmente proseguire la propria esperienza. Sicuramente facciamo tutti parte di una Comunità  molto più grande in grado di contenerci e di rassicurare le nostre incertezze.
Ritengo che una associazione - e in particolare questa associazione - sia una struttura che ha come scopo quello di funzionare a favore e con la convinzione di tutti i suoi soci. Se  questo non avviene, cade automaticamente il senso della sua esistenza non potendo essere quello di un esempio di comunità.
Poichè sono profondamente convinta della preziosità dei suoi contenuti, vorrei mantenere viva comunque l'opportunità di stimolare esperienze utili all'apprendimento dei suoi principi ed invito tutti quelli che ne hanno motivazione a dar vita a gruppi di community building, liberi da qualsiasi vincolo associativo con forme ed opportunità che si valuteranno insieme, nel rispetto e con il sostegno della competenza e dell'esperienza di chi le metterà a disposizione.
 In fede
il presidente dimissionario
giuliana petrini

martedì 20 novembre 2012

una piccolissima comunità

Sono Martino

e volevo raccontarvi una cosa per me molto importante

Domenica sera per la prima volta io e Giulia abbiamo fatto un cerchio insieme. Voglio dire solo io e lei, perché in effetti una volta abbiamo partecipato insieme ad un cerchio molto più numeroso con Sandra come facilitatrice. Io dopo quel cerchio ho partecipato ad un certo numero di cerchi (5 credo) anche questi non molto grandi ma comunque con non meno di 5 persone.
Quello di domenica era quindi un cerchio minimalista in quanto a partecipanti ma  molto affiatato.
E' stato molto bello creare il centro del  cerchio con alcuni oggetti a cui tenevamo molto entrambi (tra cui i semi dell'orto:-) e quello che serviva per trovarci a nostro agio come ad esempio dell'acqua da bere. Un po' come quando bisogna fare lo zaino per una passeggiata in montagna (eccola qua, sempre presente la metafora della scalata!).
Prima di iniziare abbiamo letto i suggerimenti per una comunicazione autentica che chi partecipa ad un cerchio è invitato a seguire.
Qui  vorrei fare un piccolo inciso. Si potrebbero chiamare regole, non mi darebbe alcun fastidio definirle così, ma sentirli come suggerimenti è più nelle mie corde come ad esempio mi piace pensare che il facilitatore accompagna il gruppo piuttosto che guidarlo.
Sono seguiti molti silenzi e chiaramente parole e pensieri che non vi riporterò. Uno dei suggerimenti è infatti quello di non riportare al di fuori del cerchio ciò che vi viene detto poiché spesso si tratta di questioni molto intime e personali. Una cosa però voglio dirvela perché mi sembra davvero molto bella e universale.
Pensando a come chiudere il cerchio ho condiviso con giulia l'idea che mi affascina molto ossia che il cerchio, ma in particolare lo spirito comunitario che può scaturire dal suo esercizio, può essere pensato come un luogo dove sentirsi al sicuro, dove siamo liberi di essere noi stessi. Per me questo era un pensiero molto bello ma la conclusione di Giulia lo era ancora di più ed è stata quello di ringraziarmi per aver proposto di fare il cerchio insieme quella sera nonostante lei fosse inizialmente un po' titubante, il che chiaramente mi ha ricordato di quanto fossi grato a Giulia per aver voluto partecipare e per aver avuto fiducia in me. La gratitudine è il sentimento più bello che si possa provare ed era il miglior modo di chiudere questo primo cerchio della nostra piccolissima comunità!

il cerchio che si chiude

Non cesseremo di esplorare
e traguardo delle nostre esplorazioni
sarà giungere là dove eravamo partiti.
E conoscere il posto per la prima volta.


T.S Eliot